giovanni fierro La luminosità di Mostar Verso Lubiana a portogruaro il tempo che fa l'esilità delle cose migrare

 

 

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Oltre ci sono i campi e i pochi alberi, i gelsi forse l'autostrada non è tanta fino a qui

 

in un tempo che è lontano e mi ricordo

 

sui bordi dell'asfalto c'erano i fringuelli e i pettirossi

 

ho sempre pensato che si avvicinavano alla carreggiata per sentire il calore di motori delle macchine

 

c'era l'aria che scappava dal freddo, i loro passi che saltellavano.

 

La nebbia si sta portando via il giorno e il sole

 

ora rivedo l'asfalto ma cornacchie e gazze ladre

 

immobili, le piume nere, più della forza e della pazienza, aspettano e stanno

 

un avanzo o un luccichio, una carta gettata, la sporcizia che si fa attorno.

 

Vorrei il cielo e una bella parola. Vado da questa parte.

 

Ai sospiri si sono sostituiti i pugni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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