Se mi lascio portare,
discendo
a valle.
Ove non si puo’ andare,
contro un vento che non soffia mai.
Accanto ho mura vecchie
immerse nel verde.
Hanno luce che taglia lo sguardo,
acqua che bagna i miei piedi.
Strane forme assumono all’improvviso
per parole, rumori, visioni.
Per qualcosa che amavamo e non abbiamo piu’.
Il suono dei suoi passi,
una sciarpa rossa
un viso.
Giungera’
mi abbraccera’.
Capira’ ,
perdonera’ ogni cosa dimenticando,
correndo consumate viuzze.
Riprendera’ il mio cuore senza ferirsi,
sorridera’ felice.
E questa chiamero’ casa mia.
02 06 2004
Natalia Dodonimmo | Com'eri | | Pagina |