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                                      I SEGNI PREMONITORI DELLLA SHOAH 

                                                    WOLF MURMELSTEIN

 

                                               wolf.murmelstein@tiscali.it

 

PREMESSA.

Nel presente studio vengono esposti alcuni dei segni premonitori della Shoah precisando però che all’epoca – fra il 1918 e il 1937 – nessuno poteva riconoscere la loro gravità e, tanto meno, concepire un’azione di difesa mancando una qualsiasi organizzazione centrale ebraica, sia mondiale che europea. In molti stati mancavano organismi rappresentativi dell’insieme delle le comunità ebraiche e, in qualche caso, vennero creati solo quando governi, più o meno ostili, vollero avere un unico interlocutore ebraico al quale impartire ordini.

Con Primo Levi dobbiamo dire che anche se è impossibile comprendere è però necessarioconoscere i fatti avvenuti. Infatti quanto è accaduto può ripetersi perché le coscienze - anche le nostre – possono essere sedotte.

Le coscienze possono venire sedotta indicando modelli utopistici di una società nuova oppure mete grandiose da raggiungere oppure esaltando il senso dell’onore con l’ubbidienza cieca ed assoluta ad un personaggio guida. Molte persone vennero cosi portate a rendersi colpevoli in vario modo di crimini.

I modelli storici preferiti dai nazisti erano il mondo delle città-stato greche nelle quali una ristretta aristocrazia/oligarchica, dominava sul resto della popolazione tenuta solo a lavorare e ad ubbidire e la società feudale medioevale dove una ristretta cerchia di persone decideva dell’impiego delle ricchezze. Sia nel mondo classico che in quello medioevale le grandi opere d’arte venivano realizzate tartassando i ceti poveri e/o con l’impiego di prigionieri costretti a lavorare in condizioni disumane. Si indicava poi un nemico assoluto dell’umanità la cui scomparsa porterebbe alla promessa felicità per tutti.

Nella Shoah quale nemico assoluto dell’umanità da distruggere veniva indicato il Popolo Ebraico, ma per la prima volta inteso come razza e non come religione per cui anche chi si era dissociato veniva perseguitato.

Essere Ebreo è quindi una sorte dalla quale non si sorte.

 

GEOGRAFIA DELLA SHOAH.

L’area con la maggior concentrazione di vittime e di Luoghi di Sterminio è l’Europa Centro-Orientale dove nel periodo 1918/1939 risiedeva la maggioranza della popolazione ebraica europea. Si tratta quindi di stati che al termine della Prima Guerra Mondiale erano:

1. PERDENTI, che avevano subito perdite territoriali: Germania, Austria, Ungheria e Bulgaria.

2. VINCITORI, che avevano acquisito territori: Romania e Serbia (diventata poi Yugoslavia)

3. NUOVI: Polonia, Cecoslovacchia, Lituania, Lettonia ed Estonia.

L’Unione Sovietica costituisce un caso particolare.

Si hanno inoltre i casi della Grecia, dell’Italia, della Francia con il Nord-Africa, del Belgio e dell’Olanda oltre a quelli, marginali, della Norvegia e della Danimarca.

La fertile Ucraina non era riuscita ad ottenere l’indipendenza. Dopo il fallito tentativo della costituzione della Repubblica dell’Ucraina Occidentale, si trovò divisa tra l’Unione Sovietica, la Polonia e la Cecoslovacchia.

Nell’area geografica dell’Europa Centro-Orientale le comunità ebraiche vivevano – come fra l’incudine e il martello - in mezzo a vari popoli che erano in conflitto fra di loro: Tedeschi,:Ungheresi, Cechi, Slovacchi, Polacchi, Ucraini, Russi, Biellorussi, Lituani, Lettoni, Estoni, Rumeni, Serbi, Croati, Sloveni, Bosniaci, Bulgari e Greci.

Era l’insieme dei conflitti – aggravati da odio fanatico e da contrasti religiosi - tra questi popoli che rese quasi inevitabile lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale portando quindi alla Shoah.

PRIMI SEGNALI PREMONITORI.

I primi segni premonitori si ebbero nell’autunno 1918, al momento della  resa della Germania imperiale e del disfacimento dell’Impero Austro-Ungarico.

In Germania, Polonia, Ungheria, Romania e Ucraina ebbe inizio una serie  di violenze anti-ebraiche - con morti, feriti, danneggiamenti e profanazioni –  rimaste sempre impunite che in un crescendo culminarono nelle atrocità della Shoah.

Vi fu pure la crescente diffusione di pubblicazioni antisemite. Alle solite accuse di natura religiosa, quale quella del deicidio, si aggiungevano quelle degli ebrei approfittatori della guerra, degli ebrei cosmopoliti traditori della patria, degli ebrei capitalisti sfruttatori, degli ebrei comunisti, degli ebrei corruttori del buon costume, ecc.

Molti studiosi  delle chiese cristiane – essenzialmente luterane - trascurarono lo studio del Vecchio Testamento nell’intento di sorvolare sulle radici ebraiche del Cristianesimo e si  arrivò anche a negare la nascita in seno al popolo ebraico di Gesù Cristo, presentato come un ariano tradito dai Giudei. In troppi misero in dubbio l’autenticità del Vecchio Testamento che venne presentato come una rielaborazione di vecchie storie babilonesi. L’intento dei teologi cristiani era di trovare un’intesa con i movimenti antisemiti; a tale scopo proponevano lo studio della teologia quale strumento per la “lotta contro l’ebraismo”.

Anche i culti neo-pagani delle antiche divinità germaniche e celtiche divennero, ovviamente, antisemiti. L’esaltazione dell’antichità greco-romana portava ad attribuire alla diffusione del monoteismo giudaico -cristiano il crollo dell’Impero Romano.

 

L’INSTABILITA’ DELLA PACE DI VERSAILLES FU UN ULTERIORE SEGNALE

La Conferenza di Versailles previde nell’area dell’Europa Centro-Orientale - dell’area dove all’epoca risiedeva la maggioranza della popolazione ebraica d’Europa –  una sistemazione dei confini che in poco tempo rivelò la propria instabilità essendo stata elaborata dai soli rappresentanti degli stati vincitori, personaggi con scarsa esperienza che spesso ignoravano la geografia e problemi dei territori in discussione.

I rappresentanti degli stati vinti potevano solo ascoltare e firmare i “trattati” che non avevano potuto negoziare e i governi democratici, sia in Germania che in Austria, vennero screditati di fronte alle popolazioni,

In seguito si rivelò importante –sia per la storia della Seconda Guerra Mondiale che per la storia della Shoah – l’insoddisfazione di Italia e Giappone (nominalmente potenze vincitrici) che non avevano ottenuto quanto inizialmente sperato.

 

LA RIPRESA DELL’ISOLAZIONISMO USA

Il primo colpo alla stabilità della Pace di Versailles venne dato dal Congresso USA nel 1920  che rifiutò di ratificare il trattato istitutivo della Società delle Nazioni e i trattati di pace.

Il Presidente Wilson aveva voluto l’intervento nella Prima Guerra Mondiale al fianco di Inghilterra e Francia, e diede poi la propria impronta alla Conferenza di Versailles, in nome dell’autodeterminazione dei popoli e la sostituzione dei governi monarchici guerrafondai con regimi repubblicani democratici. Questo presidente idealista non aveva però saputo valutare la forza dell’isolazionismo in USA e venne clamorosamente sconfessato. Cosi alla stabilità della Pace di Versailles e dell’ordinamento democratico nei nuovi stati europei era venuto a mancare il sostegno politico ed economico della nuova grande potenza.

 

IL PROBLEMA DEI CONFINI DELLA POLONIA.

Un altro grave colpo alla stabilità della Pace di Versailles venne dai conflitti armati ai confini della Polonia.

Da una parte vi fu l’azione dei Corpi Franchi tedeschi – che il nuovo governo tedesco dovette fingere di non approvare - per contrastare, con qualche successo, assurde pretese polacche su territori interamente tedeschi.

Dall’altra parte vi fu l’attacco sovietico volto alla riconquista dei territori con popolazione ucraina e biellorussa e che però l’esercito polacco alla fine riuscì a contrastare.

Alla fine di questi conflitti la Polonia si trovò stretta fra due potenze ostili: la Germania era il riferimento per la minoranza tedesca e l’Unione Sovietica si atteggiava a protettore delle minoranze ucraina e biellorussa.

Ne derivò che collettività ebraica polacca – che dopo il 1918 era la più grande in Europa - si trovò a vivere in uno stato che era in conflitto sia con gli stati vicini che con le minoranze etnico -religiose al proprio interno. L’antisemitismo era diffuso sia presso la popolazione polacca (etnia di maggioranza, cattolica) che presso le minoranze etniche (luterana quella tedesca e in gran parte greco-ortodosse l’ucraina e la biellorussa); i contrasti etnici erano aggravati da quelli religiosi.

In Polonia fin dal 1918 aveva avuto inizio una serie continua di violenze antisemite e nel 1936 vi furono anche dichiarazioni esplicitamente ostili da parte del Primate Cattolico. Nel 1937 da una parte il governo autoritario sostituì gli organi elettivi delle varie comunità ebraiche con persone ritenute più acquiescenti e dall’altra esponenti del Partito Nazionalista presentarono un piano per la deportazione di un milione di Ebrei all’Isola di Madagascar. Nel 1938 venne approvata la revoca della cittadinanza per i polacchi da tempo residenti all’estero e non rientrati entro una certa data. Con quella norma si voleva impedire il ritorno degli ebrei dalla Germania; la conseguenza fu la Notte dei Cristalli con le relative violenze.

 

PARTITI E REGIMI AUTORITARI IN EUROPA.

Fin dal 1918 si ebbe l’evoluzione verso forme autoritarie dei regimi politici in molti degli stati coinvolti, quali vincitori o vinti, in questa pace instabile. Anche negli stati dove il regime democratico appariva solido si ebbe la costituzione di partiti con programmi autoritari che in seguito finirono per collaborare, in qualche forma, con il Terzo Reich.

a) In Russia  -dopo il tramonto dell’impero degli Zar,, il fallimento del tentativo democratico di Kerenski, una sanguinosa guerra civile e la perdita di alcuni territori – sorse l’Unione Sovietica a regime di dittatura comunista.

b) I tentativi di stabilire governi comunisti – in Ungheria e in Baviera -  erano falliti perché i dirigenti (molti erano di origine ebraica) mascheravano la propria incapacità di governare  con il terrore.

c) Le formazioni politiche di sinistra erano guidate da personalità – spesso intellettuali di origine ebraica – prigioniere dei propri vincoli ideologici e quindi incapaci di rivolgersi alle masse in modo efficace. Varie azioni clamorose (come occupazione di fabbriche, scioperi generali, ecc.) ebbero quale unico risultato di suscitare un diffuso timore di disordini. Vi furono poi  le defezioni di diversi dirigenti che finirono a formare gruppi di destra.

d) Il timore del sorgere di regimi di terrore di matrice comunista, o comunque di disordini, favorì le involuzioni autoritarie di destra con il rovesciamento di deboli governi democratici e la salita al potere di governi  reazionari e nazionalisti.

e) In tutti gli stati europei si costituirono movimenti politici che combinavano il nazionalismo o la protesta di una minoranza etnica con l’antisemitismo (clericale o/e neopagano) ed erano capaci di rivolgersi alle masse – sia a quelle operaie che al ceto medio impoverito – angosciate per le pessime condizioni economiche segnate da retribuzioni insufficienti e disoccupazione.

f) Le formazioni politiche nazionaliste spesso costituivano organizzazioni paramilitari guidate da ex ufficiali esperti in azioni di violenza contro avversari, veri o presunti. Le organizzazioni di autodifesa dei partiti di sinistra non erano in grado di reggere il confronto.

g) Al congresso della “Internazionale  Nera”, tenuto nel 1935 a Basilea, la maggioranza dei partiti di destra partecipanti aderì alle tesi antisemite, proposte dai delegati rumeni (“La Guardia di Ferro” di Codreanu) e sostenute da quelli tedeschi. L’antisemitismo divenne cosi uno strumento in mano alla politica espansionista nazista per ottenere consensi esteri, sia in Europa che nel Mondo Arabo, interessato a contrastare l’immigrazione ebraica in Palestina.

IL RUOLO E L’IMPORTANZA DELLA GERMANIA.

a) La Germania era il naturale punto di riferimento per le varie minoranze tedesche europee  come pure per i gruppi di tedeschi emigrati in Usa, Sud-America, ecc..

b) Alle università tedesche studiavano molti studenti originari dai vari stati dell’Europa Centro-Orientale; persone che ebbero quindi un atteggiamento filo-tedesco ed erano  sensibili alla propaganda nazista e, una volta tornati in patria, occuparono spesso posizioni di rilievo.

c) L’economia della Germania, paese fortemente industrializzato, era complementare a quelle degli stati dell’Europa Centro-Orientale basate, invece, essenzialmente sull’agricoltura che era arretrata e gravata da un numero eccessivo di addetti. Studiosi tedeschi di geografia per anni visitarono questi stati allo scopo di studiarne la situazione socio-economica.

d) La Germania era gravata sia dal peso di enormi riparazioni belliche che dagli effetti di una inflazione che da una parte aveva annullato l’enorme debito pubblico contratto per finanziare la guerra ma dall’altra aveva impoverito una grande parte del ceto medio. Inoltre si ebbe il peso economico di un grande numero di invalidi, vedove e orfani di guerra

e) In Germania la democrazia poggiava su basi deboli. Il governo centrale e quelli delle Regioni dovevano avvalersi di burocrazie e magistrature formatesi all’epoca della monarchia imperiale e la lealtà dell’esercito - con la maggioranza degli ufficiali formatisi sotto il regime monarchico - non era incondizionata.

Anche le varie polizie dipendevano dalle regioni-stato costituenti lo stato centrale nel quale la Regione -Stato di Prussica rappresentava allora quasi la meta dell’intero territorio.

f) Nel 1925 venne eletto presidente l’anziano Feld-Marschallo Paul v.Hindenburg, condottiero nella Prima Guerra Mondiale, strettamente legato all’aristocrazia agraria, reazionaria, della Prussiana. La sua elezione era quindi espressione dell’atteggiamento nostalgico e reazionario della maggioranza della popolazione tedesca.

g) Cosi la collettività ebraica tedesca ne1 1925 si  trovò a vivere in uno stato dove il presidente, l’apparato burocratico e la magistratura  non erano convinti dell’ordinamento democratico repubblicano.

h) Su questo scenario apparve nel 1926, quale nuovo protagonista, il partito nazista guidato dall’oscuro ex caporale di origini austriache Adolf Hitler, dotato di grandi doti di oratore e organizzatore, capace di attirare militari congedati, intellettuali disoccupati e vari personaggi frustrati. L’organizzazione paramilitare SA – Reparti d’Assalto – attirava molte adesioni di giovani. L’organizzazione giovanile HJ – Gioventù Hitleriana - era subito molto attiva nelle scuole superiori e nelle università.

Questo partito nelle proprie adunate programmatiche del 1926 e 1927 incluse esplicitamente nel proprio programma l’allontanamento degli ebrei.

Il partito nazista entrò nel Reichstag, con 12 deputati nel 1928, con 107 nel 1930 e nelle due elezioni del 1932 con, rispettivamente, 230 e 196 seggi e costituendo cosi il più forte gruppo parlamentare. Ovviamente i nazisti fecero il loro ingresso anche nelle diete (Landtag) delle varie regioni-stato e in diversi governi locali.

Questi successi vennero ottenuti mediante una sfrenata violenza verbale e una campagna di violenze fisiche alle quali i sostenitori dell’ordinamento democratico non erano in grado di reagire in modo adeguato.

Gli esponenti dei partiti conservatori, antisemiti anche se meno espliciti, tentarono di ottenere l’appoggio dei nazisti a governi più o meno reazionari. Però, il 30 gennaio 1933 Hitler venne nominato - dal Presidente Hindenburg e nelle forme previste dalla Costituzione di Weimar – Cancelliere del Reich, con alcuni esponenti di partiti conservatori e reazionari quali ministri nel suo governo.

Lo stato che nell’area dell’Europa Centro-Orientale era culturalmente, scientificamente ed industrialmente più evoluto vide al governo un partito che nel proprio programma aveva  incluso, e come punto qualificante, l’allontanamento degli ebrei. Durante gli anni successivi la Germania divenne il punto di riferimento per la maggioranza dei partiti nazionalisti europei e del Medio Oriente. Fino all’ultimo nessuno poteva prevedere che dalla cooperazione fra le varie formazioni antisemite volgarmente rumorose e violente e le capacità organizzative e tecniche tedesche potessero prendere avvio gli stermini di massa dell’epoca della Shoah. Ma nell’ottobre 1939 (neanche sette anni dopo la nomina di Hitler a Cancelliere) nella Polonia appena occupata un capitano SS allora poco noto, Adolf Eichmann, terminò il suo discorso ad un gruppo  di dirigenti e lavoratori ebrei – del quale solo qualcuno è sopravvissuto –  con le parole. “altrimenti tocca morire”. Ebbe inizio la fase finale della Shoah.

 

 

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