l'ospite
ma più di tutti mi piacque
quel mio ospite, il profeta
che nulla sapeva del ristorante
in calle lunga san barnaba
e guardava scrosciare chicago
come una cascata
fissando la strada con occhi
color castagna e tenui, tenui
sopracciglia.
il sole usciva di scena senza fretta,
con molti "encore!" inchini e baci
alla platea e al loggione; il profeta
mi parlava, una mano vicino al vecchio
ventilatore che arrancava artritico.
poi, distratto, mi chiese
se per caso avessi sottomano
un cacciavite.
ora l'autunno chiama, e qualcuno bisogna
che risponda. lui ed io siamo lontani come
pagine di due libri diversi.
ma il sole all'orizzonte era ancora
rosso, caldo e maturo, quando
sorridendo, cacciavite tra le dita
mi disse – ecco, adesso sì
che funziona.