UN SIGNORE D’ALTRI TEMPI
Ricordo un signore austero,
di scorza dura
come i suoi amati monti.
Nel suo sguardo fiero
un dolor muto
che non andava a raccontare …
la fuga forzata
dalla campagna profumata,
la sorellina rubata
che le suore non gli facevan più vedere,
la compagna anzitempo caduta,
il fardello portato da solo
come una battaglia perduta …
E i tanti perché
in silenzio ingoiati
senza il vano ragionar
sulle sciagure umane.
Avevi già chiuso
i conti con la storia
e non t’eri neppure logorato.
Ora vorrei sentirti raccontare …
ma forse lo stesso nodo
ti serrerebbe il cuore!
Te n’andasti
a notte fonda
per non farci svegliare.
Chissà perché
una prece solitaria
salivami alle labbra
a notte fonda!
A notte fonda.